Ep. 01 | Mother Russia

di Riccardo Gazzaniga

All'alba del 1989, l'Europa è ancora un continente diviso in 2 dalla cortina di ferro che separa i paesi occidentali dal blocco comunista riunito nel Patto di Varsavia e sottoposto al rigido controllo dell'Unione Sovietica. Ma il vento di libertà ha già iniziato a soffiare: in particolare in Polonia, dove le proteste operaie contro il regime che dai primi anni '70 scuotono periodicamente il paese trovano un nuovo carismatico leader in Lech Walesa, fondatore del sindacato Solidarnosc. Sotto l'azione congiunta di Walesa e del suo connazionale Karol Woijtila, salito al soglio pontificio nel 1978, la Polonia diventa così la più dolorosa spina nel fianco del Patto di Varsavia. Ma nel frattempo nella stessa Unione Sovietica qualcosa è cambiato, da quando a guidare il paese c’è Michail Sergeevic Gorbaciov, l’uomo che ritiene necessaria un’apertura in politica interna e, soprattutto, in quella estera, riconoscendo il diritto all'autodeterminazione dei paesi satelliti. L’URSS stessa ha dimostrato tutta la sua debolezza prima con la tragedia di Chernobyl, poi quando un ragazzino tedesco, a bordo di un Cessna, ha beffato le difese aeree ed è atterrato nel cuore di Mosca. Intanto, alla fine del 1988 altri ragazzi tedeschi sono arrivati in Unione Sovietica. Gli Scorpions, per la prima volta, hanno portato nel paese qualcosa di mai visto che pure significa libertà: l’hard rock.

Om Podcasten

di Riccardo Gazzaniga 1989: l’anno di svolta per eccellenza, una stagione di ribellione e musica, di scontri e libertà dopo la quale nulla, in Europa e nel mondo, sarà più lo stesso. La tempesta arriva da lontano: inizia con la salita al soglio pontificio di Papa Woytila nel 1978, continua con l'azione di Lech Walesa in Polonia e deflagra grazie alle mosse di Mikhail Gorbachev in Russia. Nell'estate del 1989, due mesi prima della caduta del Muro, trova anche la più improbabile delle colonne sonore: un festival che per la prima volta porta il rock occidentale al di là della cortina di ferro. Si chiama Moscow Music Peace Festival, e per due giorni ospita dentro lo stadio Lenin esaurito Bon Jovi, Motley Crue, Ozzy Osbourne, Skid Row, Cinderella e Scorpions: un evento che rappresenta per il blocco sovietico quello che Woodstock è stato per l'Occidente. E chissà se la fine dell’Unione Sovietica per come il mondo l’ha conosciuta non cominci proprio qui, mentre una rockstar americana taglia in due la folla dello Stadio Lenin e tutto il 1989.