Nuova camorra organizzata, la "Rosa" dei Cutolo

Donna di fredda determinazione, sanguinaria, capace di commettere qualsiasi azione criminosa. Dotata di una elevata capacità a delinquere, nonché di sapere organizzare e dirigere le folte fila dell’organizzazione camorristica della nuova camorra organizzata. Viene descritta così Rosa Domenica o Rosetta Cutolo in un'informativa dei carabinieri di Torre Annunziata. E' il 1984 ma la Cutolo fa già parlare di sé. Sarà lei a fare le veci del capo clan, il fratello Raffaele, "o professore” deceduto il 17 febbraio 2021 mentre scontava vari ergastoli in regime di 41Bis per i molteplici e gravissimi reati (omicidi, associazione per delinquere, violazione della normativa sulle armi e degli stupefacenti) commessi per lo più tra gli anni ’70 ed ’80 del secolo scorso. A tracciare il profilo umano e criminale di questa donna di mala è la dottoressa Nunzia Brancati, dirigente della divisione Anticrimine della Questura di Napoli.

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Calcolatrici e spietate. Agguerrite e spregiudicate. Non sono solo mogli, madri, sorelle e compagne, sono donne cresciute in un abisso che non rinnegheranno mai. Convinte di essere nel giusto in un mondo dove sono altre le leggi da rispettare e far rispettare. Ma soprattutto da tramandare e insegnare.Maria Licciardi, Aurora Spanò, Patrizia Messina Denaro, Angela Di Trapani, Rosetta Cutolo, Cinzia Lipari, Angela e Teresa Strangio: Donne di mala che per anni hanno governato o aiutato alcune delle più note organizzazioni mafiose italiane. Donne che hanno cresciuto ed allevato i figli inculcando loro quei disvalori che fanno delle associazioni criminali italiane un unicum mondiale. Perché come nelle famiglie, sono loro il “nocciolo” duro dell'organizzazione. Dalla 'ndrangheta alla camorra, fino a cosa nostra.Donne al vertice che prendono il posto di mariti, padri, fratelli e compagni carcerati e mandano avanti gli affari dei clan, le estorsioni, lo spaccio. Comandano agguati, si fanno scivolare addosso gli omicidi che servono per ristabilire l'ordine, quando questo viene incrinato da faide e guerre. Vestono gli abiti di “messaggere” per portare fuori dalle case circondariali gli ordini dei boss confinati al 41bis. Sfregiano i volti di chi non paga i debiti usurai o si permette il lusso di offendere e deridere le proprie persone. Dodici come gli apostoli, dodici come il numero che simboleggia l'unità, dodici Donne di mala che neanche da dentro una cella hanno mai guardato al loro passato provando pentimento e vergogna.Dodici puntate, ognuna dedicata a una donna di mala, raccontate da Camilla Mozzetti con l'Arma dei Carabinieri e la Polizia di Stato.