3. Il primo 11 settembre

È l’11 settembre del 1973 e in Cile il colpo di stato è appena cominciato, i militari, pronti a tutto, invadono Santiago. Sembra di essere al fronte in un teatro di guerra, carri armati, aerei militari, squadre armate: l’esercito è determinato a prendere il potere e a metterlo nelle mani del generale Pinochet. Tante le testimonianze raccolte da Ludovico Manzoni per descrivere quella giornata: da Paolo Hutter, giornalista italiano che quel giorno era a Santiago e varrà arrestato, a Rodrigo Rivas che, come dirigente politico cileno, ha condiviso con Allende quelle ultime ore drammatiche.See omnystudio.com/listener for privacy information.

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Sono passati 50 anni dal colpo di Stato in Cile. L'11 settembre del 1973, dopo ore di combattimenti per le strade di Santiago, i vertici militari prendono il potere destituendo Salvador Allende e instaurando una spietata dittatura con a capo il generale Augusto Pinochet. Il Golpe non servì solo a stroncare l'esperienza politica democratica di Allende ma a fare del Cile il primo vero laboratorio delle teorie neo-liberiste. Oggi come allora, nel Cile tutto è privatizzato, dalla scuola alla sanità, dalla previdenza al welfare, ai beni comuni (acqua, energia, trasporti) e nel commercio dominano le multinazionali. Il popolo cileno non solo è povero, ma è anche arrabbiato. Molte proteste, spesso sedate con il sangue, si sono succedute negli anni. Ma come rileggere i fatti alla luce del presente? Testimonianze di politici, giornalisti, artisti, studenti e lavoratori provano a rimettere insieme vicende, esperienze, non dimenticando gli storici legami con l'Italia, le speranze ancora vive e il peso del passato.