1. ’Chi ha visto Emanuela?’

Il 22 giugno 1983 Emanuela Orlandi va a lezione di musica alla scuola di musica Tommaso Ludovico da Victoria, vicino a Piazza Navona, alla fine della lezione accompagna un’amica alla fermata dell’autobus. Da quel momento nessuno la vedrà piò. La famiglia Orlandi la cerca dappertutto, affigge migliaia di manifesti che mostrano ’la ragazza con la fascetta’. Lo zio della ragazza, Mario Meneguzzi, raggiunge anche la redazione di ’Paese sera’, racconta della nipote che non si trova e chiede che la notizia venga divulgata. Lì lavora Massimo Lugli che comincia a interessarsi al caso.“See omnystudio.com/listener for privacy information.

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È la mattina del 23 giugno quando un uomo, Mario Meneguzzi, gira per le redazioni dei giornali romani. Spiega ai cronisti che la nipote, Emanuela Orlandi, cittadina vaticana, è scomparsa dal giorno precedente e chiede che la notizia sia pubblicata. Massimo Lugli ha ventotto anni e da otto lavora a "Paese sera" prima di passare a "La Repubblica". Si interessa a quella storia, parla con magistrati e poliziotti, si fa un’idea. Pochi giorni dopo, con l’appello di Giovanni Paolo II per la liberazione della quindicenne, nasce "Il caso Orlandi" ed Emanuela diventa la scomparsa più famosa d’Italia. Dal 1983 Lugli ha seguito e vagliato tutte le piste possibili e parlato coi protagonisti di questa vicenda. Insieme ad Antonio Iovane ripercorre qui quarant’anni di indagini, depistaggi, ricerche, insabbiamenti e racconta cosa abbia significato occuparsi di cronaca nera nell’Italia criminale.