5. La banda della Magliana

Una telefonata anonima alla trasmissione ’Chi l’ha visto?’, in cui si suggerisce di cercare Emanuela nella tomba del boss della Magliana, Enrico De Pedis, indebitamente sepolto nella Chiesa di Sant’Apollinare a Roma, inaugura la nuova pista: a rapire Emanuela Orlandi sarebbe stata la Banda della Magliana per ricattare il Vaticano e farsi restituire i soldi investiti nello Ior, la Banca Vaticana. A corroborare la pista anche la testimonianza di Sabrina Minardi, ex amante di De Pedis, che racconta alcuni risvolti sconcertanti. Massimo Lugli segue il filone ed è lì quando la polizia riesuma il cadavere del boss a Sant’Apollinare. Con tutto il suo scetticismo.See omnystudio.com/listener for privacy information.

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È la mattina del 23 giugno quando un uomo, Mario Meneguzzi, gira per le redazioni dei giornali romani. Spiega ai cronisti che la nipote, Emanuela Orlandi, cittadina vaticana, è scomparsa dal giorno precedente e chiede che la notizia sia pubblicata. Massimo Lugli ha ventotto anni e da otto lavora a "Paese sera" prima di passare a "La Repubblica". Si interessa a quella storia, parla con magistrati e poliziotti, si fa un’idea. Pochi giorni dopo, con l’appello di Giovanni Paolo II per la liberazione della quindicenne, nasce "Il caso Orlandi" ed Emanuela diventa la scomparsa più famosa d’Italia. Dal 1983 Lugli ha seguito e vagliato tutte le piste possibili e parlato coi protagonisti di questa vicenda. Insieme ad Antonio Iovane ripercorre qui quarant’anni di indagini, depistaggi, ricerche, insabbiamenti e racconta cosa abbia significato occuparsi di cronaca nera nell’Italia criminale.