Meli ("Focus"): «Le impronte digitali sono amplificatori del tatto»
Come ogni lunedì, con le Donne al Volante, torna l’approfondimento con Focus. Stavolta, Lilly e Katia, hanno intervistato la giornalista Elena Meli per parlare di impronte digitali. Quest'ultime non servono solo agli investigatori per l'identificazione oppure per sbloccare lo smartphone ma, secondo vari studi, le impronte servono per afferrare meglio gli oggetti specialmente quelli umidi o bagnati, che altrimenti scivolerebbero. Esiste una malattia genetica rarissima per cui non si posseggono le impronte e questo porta ad un enorme ritardo nell'immigrazione. Invece si ha una possibilità su 74 milioni di avere impronte digitali identiche ad un'altra persona ma perfino i gemelli omozigoti le hanno diverse, sono uniche e si trovano anche sul tallone o sulla punta del piede. Elena Meli aggiunge che «sono come degli amplificatori del tatto, come fossero delle piccole valli di montagna che amplificano l'eco».