1. Poche, sentite parole

Spesso i testamenti sono lunghi e dettagliati. Spesso, ma non sempre. In alcuni casi, colui che lo sottoscrive si limita anche a una sola frase. È il caso per esempio di due leggende della velocità: Enzo Ferrari e il pilota Tazio Nuvolari. Ma anche lo scrittore Giovanni Verga, che ha dedicato la sua intera vita a raccontare l'ossessione per la "roba", lascia disposizioni stringate, quasi telegrafiche. Vicende, queste, che ci insegnano alcune differenze fondamentali: da una parte quella tra testamento olografo e testamento pubblico. Dall'altra quella fra successione a titolo universale e a titolo particolare.Con le voci di Giorgio Terruzzi e del notaio Giulio Biino.

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I testamenti che hanno fatto grande l'Italia. Una serie in 8 episodi (in uscita ogni venerdì) realizzata dal Corriere della Sera in collaborazione con il Consiglio nazionale del notariato, che racconta il nostro Paese da un punto di vista inedito e originale.Il testamento è il documento che non prevede, né consente, risposta: ogni parola è una sentenza; ogni frase può innescare la macchina del ricordo, alimentare gelosie, scatenare pulsioni che si credevano sopite ma anche decidere del futuro di molte persone. È l'atto formale che descrive fortune e fallimenti, legami indissolubili o famiglie in macerie, ma che rappresenta soprattutto i valori morali, le scelte civili, le debolezze e le virtù di chi li ha scritti. Personaggi illustri come Giuseppe Garibaldi, Alessandro Manzoni, Luigi Pirandello, Giuseppe Verdi, Enrico De Nicola, Enzo Ferrari o Giovanni Agnelli senior (il nonno dell’Avvocato). Ma anche italiani sconosciuti e in alcuni casi inflessibili, come un medico napoletano che scrisse ai figli: «Lascio tutto alla clinica, voi siete sul lastrico».Leggere questi testamenti è un po’ come curiosare nelle stanze private di uomini e donne che hanno reso grande il nostro Paese. E ci consente di capire meglio chi siamo e cosa siamo diventati. Con la voce narrante di Micol Sarfatti e il contributo del presidente dei notai italiani Giulio Biino.