10. Svezia, Estonia. L’Europa che si prepara alla guerra

Da quando, due anni fa, la Russia ha invaso l’Ucraina, una guerra dentro i confini dell’Unione europea non è più un’ipotesi tanto irrealistica, avvertita soprattutto sul fianco est della Nato. Svezia ed Estonia si preparano a questo scenario. La Svezia è stata, dopo la Finlandia, l’ultimo Paese a entrare nell’Alleanza atlantica: sono finiti più di 200 anni di neutralità perché il «non allineamento», pur parte dell’identità nazionale, non era più ritenuto sufficiente di fronte all’aggressività russa. Le esercitazioni militari — ci hanno spiegato i soldati del battaglione che ha il compito di difendere Stoccolma, in addestramento tra i boschi — saranno sempre più frequenti: bisogna farsi trovare pronti, e questo traina la già imponente industria bellica nazionale, sviluppata durante la Guerra Fredda per garantire la sicurezza del Paese. Una strategia simile si incontra in Estonia. A Tallinn la guerra in Ucraina è «una questione esistenziale», che richiama il passato da non ripetere della dominazione sovietica. Qui tutti i ragazzi sono tenuti a fare sei mesi di leva, ma è l’intero Paese a mobilitarsi per la sua sicurezza, attraverso la Lega per la difesa dell’Estonia, che ha sezioni in ogni villaggio e fa esercitazioni ogni fine settimana. Secondo il governo estone, «un esercito comune europeo c’è già: è quello della Nato».Con Alessandra Coppola, Andrea Marinelli, Paolo Salom.Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto.

Om Podcasten

Le elezioni europee di giugno decideranno in che direzione andremo nei prossimi cinque anni. Con una pandemia e una guerra dentro i confini del Continente, il mondo è cambiato dal voto del 2019. Che Europa siamo, e che Europa diventeremo? La redazione Esteri del Corriere e i suoi corrispondenti hanno cercato una risposta viaggiando insieme ai fotografi di Prospekt da un punto all’altro dell’Unione per raccontare i grandi temi del dibattito politico e sociale: le cose che ci uniscono e quelle che ci dividono, le buone e le cattive pratiche, i problemi che ci riguardano tutti, le soluzioni che possono diventare comuni. “Questa è l’Europa” è un progetto lungo dieci settimane, declinato in tutte le piattaforme del Corriere della Sera: oltre a questa serie podcast, sul giornale e sul web.Questa è l'Europa è un podcast della redazione Esteri del Corriere della Sera scritto da Alessandra CoppolaDirezione artistica: Samuele PellecchiaProducer: Francesco MerliniMix, Sound Design e musiche originali: Federico ChiariCoordinamento: Francesco GiustiAudio in presa diretta per la prima puntata: Pietro MasturzoIl progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto.