"Miniere a membrana" per materie critiche sostenibili

Li chiamano giacimenti non convenzionali: si tratta di riserve di minerali - tra cui materie prime strategiche quali il litio e le terre rare - presenti sotto una forma diversa da quella sfruttata tradizionalmente. Parliamo di fluidi che per varie ragioni sono ricchi di minerali disciolti: acque geotermiche profonde, fluidi residui dell’estrazione degli idrocarburi, salamoie residue dei processi di dissalazione, e altro ancora. La tecnologia delle membrane è oggi considerata la via più promettente per riuscire a sfruttare questi giacimenti non convenzionali, con un consumo contenuto di energia e un impatto ambientale minimo, che ricorda più il trattamento delle acque che non la classica industria di trasformazione mineraria. Ne parliamo con Efrem Curcio, professore di Fondamenti Chimici delle Tecnologie all’Università della Calabria.

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Il drammatico uno-due della pandemia seguita dal conflitto in Ucraina ha contribuito dolorosamente a un passaggio culturale importante, facendoci finalmente realizzare che la transizione ecologica è uno strumento per conseguire una maggiore indipendenza dalle importazioni di materie prime, energia e semilavorati, da cui le economie europee sono estremamente indipendenti. Le soluzioni proprie della crisi ecologica (dalle fonti rinnovabili al ciclo idrico integrato, dall'economia circolare alla fusione nucleare) si rivelano infatti essere ciò che serve per affrontare la crisi geo-politica, energetica ed economica che ci attanaglia.Lo speciale estivo di Smart City "La transizione ecologica in tempo di crisi" racconta i punti di contatto tra le crisi del nostro tempo, e la ricerca di possibili soluzioni comuni, affrontando temi quali la gestione dell'acqua, le opportunità offerte dalle energie forestali e marine, le sfide dei sistemi di stoccaggio energetico sostenibili e della fusione nucleare.Scopri il podcast originale  Smart City XL