Sfida al vertice

Con Sandro Sabatini entriamo in un nuovo, scoppiettante turno di Serie A. Più nello specifico analizziamo il momento molto diverso di Roma (con l’esonero di Juric) e Lazio con Paolo De Paola.Il Milan invece frena a Cagliari: gli uomini di Fonseca, dopo la sorprendente vittoria di Madrid, non riescono a dare continuità. Nel mirino in particolare la fase difensiva: ne discutiamo con Mario Ielpo.Voliamo poi in Regno Unito con Gabriele Marcotti per esaminare il momento difficile del City di Guardiola. I Cityzens, orfani del neo pallone d’oro Rodri, vengono da quattro sconfitte consecutive in tutte le competizioni.  Torniamo in Italia per approfondire il big match di giornata. Stasera a San Siro infatti si affronteranno Inter e Napoli. In palio c’è la testa della classifica. Ne discutiamo con Francesco Colonnese e con Antonio Giordano.Intanto ieri la Juve ha superato il Toro nel derby della Mole e ha momentaneamente accorciato sul primo posto. Ne parliamo con Guido Vaciago.In coda il tennis. Con Stefano Pescosolido viviamo le ultime ore prima dell’esordio di Jannik Sinner nelle ATP Finals di Torino.

Om Podcasten

Con Carlo Genta e Pierluigi Pardo, lo sport appassiona e diverte. Le voci e i suoni del calcio. Una lettura ironica e coinvolgente degli avvenimenti dell'attualità sportiva, senza fanatismi e senza tecnicismi. Commenti, interviste e soprattutto il dibattito con gli ascoltatori, che sono Tutti convocati. È come andare al bar sport: fra una risata, un commento, lo sport con Genta e Pardo è per tutti.E alla domenica, dopo le partite Tutti Convocati Weekend, condotto da Giovanni Capuano, con la partecipazione dell'immancabile Pierluigi Pardo per commentare insieme agli ascoltatori un rigore mancato, un gol rubato e un risultato con il cuore di chi la passione la vive, la racconta e ci gioca. Con imitazioni, tic, smorfie, scherzi da spogliatoio e ironia irriverente. L'unico programma in diretta sul calcio a partite appena finite, in cui da casa o dallo stadio gli ascoltatori possono dire la loro perché sono sempre convocati.