Ep.2: Per la vita

Fin da subito è chiaro che l’Aids non è una malattia come le altre. Avere il virus in quei primi anni non significa solo ricevere una sentenza di morte, ma anche essere licenziati, discriminati, allontanati da amici e familiari. Succede perché a essere colpite sono le categorie più deboli, quelle che sono già minoranze, ma anche perché non esiste ancora una cura, e il virus fa paura. Lo ricorda bene Rosaria Iardino, che scopre di essere sieropositiva a 19 anni e che, dopo aver preso consapevolezza delle discriminazioni subite, decide di diventare attivista per i diritti delle persone con Hiv. Ma anche Don Luigi Ciotti, che con il Gruppo Abele si batte da subito per garantire accoglienza e supporto a quei malati che non vuole nessuno, anche andando contro ai principi della sua stessa Chiesa.

Om Podcasten

Tra l'ottobre 1980 e il giugno 1981, cinque giovani uomini si presentano a un ospedale di Los Angeles con una strana infezione polmonare e il sistema immunitario compromesso. Sono i primi cinque casi di quella malattia che verrà chiamata Aids: sindrome da immunodeficienza acquisita, causata dal virus dell'Hiv. Un filo rosso attraversa la storia e la geografia della pandemia che ha portato alla morte di più di 36 milioni di persone nel mondo e che ha causato discriminazioni e sofferenze ai sieropositivi. Dalla mobilitazione sociale per mettere fine allo stigma e garantire cure e assistenza, ai progressi sanitari ottenuti grazie alla collaborazione internazionale, racconteremo i punti di svolta nella lotta all'Aids e le sfide ancora da vincere.